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      Orsù, fuori scherzo, io con tutto il cuore le auguro mille felicità, e la ringrazio della lieta notizia, che mi dà. Abbracci tutti i suoi per me. Al Babbo dica, che non fu per complimento, ch'io gli dissi: venga 15 giorni qua da me. Ho stanza, che basta, l'aria purissima, e nuova, a mezza costa d'un colle sul mare, intorno boschi di olivi, clima da primavera, sole di prima mano; in sei ore si viene da Livorno; scegliendo un bel giorno di vento di terra è delizia. Insomma, quando dico: vieni, lo dico col desiderio che l'uomo venga. Addio dunque, e se la mia benedizione può esserle seme di felicità, io gliela mando con la pienezza del cuore. Abbracci tutti, e mi ami sposa come mi amò fanciulla. e questo è tale affetto di cui vado sicuro non ne andrà geloso il suo egregio sposo.
     
      Affezionatissimo amicoD. GUERRAZZI.
     
     
     
      Carissima Signora
     
      La sua ultima lettera, nell'annunziarmi finalmente che tanto ella che i suoi, godono perfetta salute, è riuscita oltremodo accetta a me, e a tutti di casa. Così spero e desidero che continui: al resto poi provvederanno il tempo e la buona fortuna. Quaggiù abbiamo corso burrasca. La legione straniera aveva fatto disegno d'impadronirsi della cittadella, ardere la città, ammazzare e rubare i ricchi, o riputati tali, perchè sento, che ci avevano messo nella nota anco me; scoperto il fatto, per denunzia di un complice allo Imperatore, una grossa vaporiera è arrivata a prenderla tutta per trasportarla in Africa. Io non mi adonto, anzi vado lieto, che mi abbiano tolto il titolo di Avvocato, dacchè non l'ebbi in pregio mai, e parmi (superbia o no) stare meglio solo.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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