Ogni giorno il cielo si fa più buio, e ormai, perduta la bussola, io mi abbandono nelle braccia di Dio. Non istò bene; tutt'altro: vivo romito e non vedo che il mare rotolare le eterne sue onde sotto casa mia, e più sento, che altrove starei peggio.
Perchè la signora Teresa non mi scrive? ha paura tingersi le dita nell'inchiostro? Se avessi 30 anni meno, ella mi scriverebbe di più; oh! vedete che presuntuoso. Signora sì: quando aveva 20 anni mi pareva essere bello, e, a dirgliela nell'orecchio, pareva anche ad altri; ma di qui a quei tempi ci è che ire.
I nepoti, e Maria in ispecie, salutano lei, e tutti di casa; io mi raccomando alla vostra memoria e mi confermo
Suo affezionatissimo amicoD. GUERRAZZI.
Carissima Parente
Duolmi lo incomodo del padre suo, e amico carissimo mio, e più mi sarebbe doluto, se al punto stesso Ella non mi mandava notizie del suo miglioramento: spero che progredisca, e in questa fiducia mi conforto. Conto di rivederlo, e rivedere lei unita alla sorella, e alla Mamma, ed esprimervi a voce i sentimenti di affetto profondissimo, che ha suscitato in me il vostro amore unico. Intanto abbiatemi per vostro
Amico e parenteD. GUERRAZZI.
P. S. Saluti a tutti. Ieri non risposi perchè il braccio non voleva andare, oggi fa mezzo a suo modo, e mezzo al mio.
A Emilia Bertelli
Genova 31 Dicembre 1858.
Carissima Signora Emilia
Io, intitolando questa lettera, non ho messo il suo casato, perchè lei, come l'anno, che cessando di essere 58, non è ancora 59, stando su la scala delle nozze, non è anco entrata nel forno del matrimonio.
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Dio Teresa Maria Parente Mamma S. Saluti Emilia Bertelli Dicembre Signora Emilia
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