AffezionatissimoF. D. GUERRAZZI.
Genova 14 Novembre 1859.
Caro Ferdinando
Ho il cuore piccino come una nocciuola. Altro che feste! Potrebbe darsi, ma io non vedo che di due cose l'una, o restaurazione, o guerra. E badi, guerra col tedesco, guerra di rabbia, guerra di sterminio, e combattuta senza aiuto francese. Così bisogna mettere l'alternativa: e se il popolo vuole, si levi, e si apparecchi; se non vuole, torni alla stalla. Io ho motivo di credere, che il Re è lavorato di straforo non dai nemici, no, che questi sono aperti e leali, ma dagli amici, che già a quest'ora a Parigi armeggiano a cascare ritti in ogni evento. E di più non posso dire. Io non tornerò, perchè chi ha cominciato bisogna che finisca, e poi io non muto mai; anco, che mi disponessi a tornare a questi lumi di luna, io non muoverò passo se non chiamato: e se non mi vogliono, ci vuole pazienza. Perchè poi sia così ostinato, sappia, se io non gliel'ho detto, che il Governo presente, coll'organo del suo Capo, scrisse lettera con la quale si diceva, che, se amavo la Patria, stessi lontano per amore di Concordia!!! Dunque obbedisco.
Affezionatissimo Amico
GUERRAZZI.
P. S. Dicesi in questo momento che dopo contrasto sia risoluto l'invio del Carignano.
Genova, 14 Dicembre 1859.
Carissimo Amico
È parecchio tempo che manco di sue nuove, e, certo, perchè ho mancato di riscontrare l'ultima sua; ma ciò non l'avrebbe a trattenere, perchè talora sono stanco di scrivere, e non ho, come lei, persona discreta a cui possa dettare; dunque mi dia sue nuove, e di tutti di casa.
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