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      Una voce bugiarda accusa Cristo colpevole della rovina dello impero romano. Prima di tutto io vo' che sappiate, o fratelli Cristiani, come la distruzione di questo immane edifizio di violenza e di rapina non fu male: ma però siffatta accusa non è vera. Lo impero romano precipitò sotto il peso del furore del mondo, e corroso dai suoi delitti e dai vizi. Guai a noi se nella immane rovina che sparse di frantumi le parti più remote della terra non si fosse inalzata la Croce simbolo di salute come l'Arca dell'Alleanza fra le tenebre e le onde del diluvio universale. Il potere della spada era rotto, i barbari parvero lupi convenuti da tutto l'universo per divorare la preda; rabbia, vendetta, sete di sangue erano i venti che agitavano procellosamente cotesto mare d'ira... ora dove saremmo noi se i miti consigli dello Evangelo non avessero prevalso? Chi domò il Goto? Chi mansuefece il Normanno? Chi respinse l'Unno? La spada romana o la Croce di Cristo? Contemplate il Sicambro che tutto asperso di polvere cruenta scende nella sacra piscina; i gradini sotto i suoi piedi traballano, le acque del battesimo grondandogli dal corpo diventarono vermiglie - egli sembrò battezzato entro un lago di sangue: - non importa: di belva diventò uomo - di tormentatore fratello degli uomini. - Chiunque sostiene che lo Evangelo abbia virtù di avvilire i cuori mentisce alla Storia. - Fu codardo santo Telemaco che si precipitò nel Circo Romano in mezzo ai Gladiatori combattenti gridando le Creature di Dio non doversi trucidare per infame diletto?


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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