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      O Napoleone, perchè mai vivendo non rammentasti più Cristo? Con la tua maravigliosa potenza di salvare quale fu il dono che facesti agli uomini? - La tomba. Tu fosti grande finchè la tua spada fiammeggiando simile alla nuvola di fuoco che precedeva gl'Israeliti nel deserto, precorse gli uomini sul sentiero della libertà, ma quando mordesti le mammelle che ti avevano allattato, quando convertisti le creature di Dio in isgabello dei tuoi piedi... ah! come cadesti basso, o stella matutina. Gli Angioli piansero vedendo il cielo vedovato da tanto splendore e tenebre fitte si diffusero sopra la terra. Napoleone fu l'ultima possibile espressione della potenza assoluta. Se i lauri gloriosi non bastarono a celare il taglio e il sangue della sua spada dispotica, come avrebbero potuto regnare tiranni astuti con la ferula del pedante? Colà dove vennero meno gli echi
      del ruggito del lione, avrebbe potuto durare lo schiattire di volpi coronate? - Guardate; - io vi dico guardate: il lampo che fende le tenebre e sparisce, il ruscello che sviene tra i sassi nei giorni del sole, la fronda inaridita staccata dall'albero dal primo fiato dello inverno, non somministrano paragoni bastevoli a darci idea della facilità con la quale un popolo grande cacciò via lo ignobile personaggio che alla magnifica legge della universale carità e dello amore di Cristo sostituì i calcoli di un vile e privato interesse. Oh! io non avrei mai creduto che un potente della terra, un uomo che portò corona potesse cadere tanto basso.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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