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      - Della setta moderata vuolsi disperso il seme, se intendiamo che la buona morale risorga, senza la quale restaurare la vita del popolo č niente.
     
      Come nel corpo umano non percuote subita ed improvvisa per ordinario la morte, ma sė con lungo alternare di miglioramenti e di peggioramenti, e non senza supremi sforzi per fuggire la distruzione che lo minaccia, cosė gli stati anch'essi mano a mano declinano, e prima di quotarsi nello avvilimento mandano i tratti. Caduti poi non si rilevano: affermano risorgesse dal sepolcro l'uomo Dio tutto intorno irradiato di luce celeste; eccetto lui, chi si alza dallo avello porta seco gran parte del sepolcro; e i vermi, per buona pezza almeno, gli formicolano addosso: che ciō sia vero, miralo, se ti talenta nel moto che adesso chiamano risorgimento italiano.
      Colpa di noi stirpe tralignata, la quale da molto secolo alla tirannide, quantunque fruttuosa, non si accomoda, come la efficace libertā nč sa adoperare, nč ama, divenimmo tali nel secolo decimosesto, che la nostra contrada o tutta, o parte ebbe a cadere in mano di signori stranieri con questa ragione, che costoro i quali prima ci vennero e posero stanza forse a lungo andare avrebbero fatto tutto un popolo non senza profitto della nostra abiezione, perō che per virtų loro potesse rinnovarsi il sangue, e con la ferocia della barbarie, se non correggere, almeno le infamie della bugiarda civiltā castigare. Da ora innanzi i signori veri d'Italia la comandano di fuori, e cotesto governo si rassomiglia a un paio di tanaglie, che ti straccino le carni: a sollievo dei miseri oggimai nulla pių giova, nč grida, nč lamenti, nč maledizioni, nč preci.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





Dio Italia