Quando il popolo prevalso al governo dei signori nel 1308 cacciò prima di palazzo, poi di città le casate dei nobili, i Potenti e i Casatici, chè a questo modo si designavano i signori di Castelli, fu mandata in esiglio anco la famiglia dei Burlamacchi principalissima guelfa; sicchè tu vedi quanto si apponga al vero Carlo Botta nelle sue storie quando pretende di riffa Francesco plebeo.
Tornata in patria la famiglia Burlamacchi, occorre sempre ammessa al governo della Repubblica ed insignita di uffici e di onori non solo prima di Francesco, ma anco molto tempo dopo, come ricavo da certo albero genealogico che ho per mano, il quale mi mostra un Paolino morto nel 1824, e tengo per certo che ogni fiato di lei non sia anco spento. Il Penintesi nelle Memorie(10) intorno alle principali famiglie di Lucca ci afferma che ai suoi tempi quella dei Burlamacchi annoverava non meno di quaranta gonfalonieri e centottanta anziani, fino d'allora la rendevano preclara parecchi oratori spediti alle più cospicue corti di Europa, non pochi cavalieri di Malta, col solito corredo di ecclesiastici, i quali (come si sa) furono tutti matricolati per pietà e per dottrina preclari, almanco a detta di chi scrisse di loro.
In antico ebbero stanza i Burlamacchi in certa torre fabbricata dentro l'Augusta, fortezza posta da Castruccio Castracani in difensione di Lucca, la quale fu demolita nel 1392 insieme con altre per cavarne i materiali occorrenti a restaurare le mura della città, essendosi molto tempo prima ridotta la famiglia Burlamacca a vivere in altra casa prossima alla chiesa dei santi Paolino e Donato.
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