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      Da Michele e da Caterina Balbani nacque primogenito Francesco Burlamacchi il 18 settembre 1498 e fu battezzato nella chiesa di San Giovanni; dopo lui da cotesto matrimonio uscirono altri cinque figliuoli. Stefano, che molto dimorò per causa di negozi in Francia, tornato in patria, tolse per donna Antonia dei Nobili, con la quale procreò una figliuola per nome Chiara; i ricordi dei tempi ce lo attestano uomo di cuore e valoroso: Agostino recatosi in Francia si fermò a Lione, e se lasciasse discendenza non è noto: Nicolao da Lucrezia dei Nobili ebbe un figliuolo solo, il quale presa a tedio la patria seguì a Lione lo zio Agostino, di cui niente altro sappiamo, eccettochè, inteso tutto intero alla caccia, si acquistò fama di robusto cacciatore pari a quella di Nembrod; secondochè avviene agli uomini dediti ai diletti della materia, non patì mancamento di prole così maschile come femminile, per via diritta come per via storta. Paolo schivò le nozze, per diversi paesi tentò fortuna e sempre invano, chiuse i suoi giorni, se non misero al tutto assai prossimo alla miseria, a Ferrara.
      Degli studi di Francesco Burlamacchi poco sappiamo: certo, se argomentiamo dai libri che egli aveva in delizia, possiamo accertare che molti e profondi dovevano essere, conciossiachè ci affermino quanti di lui scrissero ch'egli si dilettava maravigliosamente di storie e della lettura continua delle opere di Plutarco: ora le midolle del lione si confanno solo ad Achille e lo nudriscono. Rarissimo nel secolo decimosesto il giovane nato da genitori onesti che fosse alieno dalle discipline gentili, e tu incontravi sovente fra gli stessi artefici in Toscana bei dicitori in prosa o in rima e scrittori forbiti, e male mi conduco a credere che anco nel popolo minuto fossero allora ignoranti di lettere come adesso sono.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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