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      Se io ricordassi che le ricerche, le quali si chiamano statistiche, ci abbia chiarito come fra le provincie italiane la Toscana sia la più infelice di tutte, e fra le città toscane Firenze, solo allo scopo di palesare un fatto irremediabile, senz'altro meriterei la taccia di maligno, ma io mi vi induco perchè la Toscana e Firenze si vergognino, e, non considerata logora ormai la fama che ci veniva dagli avi, attendiamo a procacciarcene un'altra con la virtù e con le lodevoli fatiche nostre. Per ultimo sappiamo come ponesse amore nel giovinetto Francesco lo zio fra' Pacifico domenicano e lui con diligente cura ammaestrasse. Ora è da sapersi che questo fra' Pacifico al secolo fu Filippo e fratello a Michele Burlamacchi, il quale dimorando a Firenze pigliò usanza con fra' Girolamo Savonarola, e tanto di esso e delle sue dottrine si accese che da lui in fuori non volle avere altro confidente e maestro, per guisa che, vinto da sdegno per le mondane cose a cagione della lacrimabile morte del frate, rifuggissi a Lucca, dove al tutto disposto di dedicarsi a Dio vestì l'abito di san Domenico nel convento di San Romano col nome di fra' Pacifico. In questo fidato asilo meditando continuo da un lato sopra la bontà di frate Girolamo e sopra i concetti di lui, che gli parevano santi, dall'altro su la perversità degli uomini, i quali, come di ordinario succede, non contenti di spegnere la vita di un uomo, pare che non possano vivere se ad un punto non ne spengano la fama, concepì l'ardito disegno di dettarne la vita e la condusse a termine.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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