Quanti scrissero la vita di Francesco, e sono parecchi, comechè la più parte giacciano manoscritte nelle biblioteche di Lucca, si accordano a descriverlo di bella persona, ottimo parlatore, vivace, nel motteggiare arguto, pieno di sentenze, d'indole repubblicante, donatore del suo, studioso a non offendere, diligente a farsi perdonare la offesa, per natura e per arte dispostissimo a guadagnarsi la benevolenza altrui, lento a meditare i disegni, nel proseguirli tenace, nello adempirli fulmine: della fama oltre il dovere (se questo può dirsi) innamorato, perchè nè cura di sè e dei suoi nè di sostanza nè di nulla lo potesse reggere tanto che non si avventasse precipitoso a conquistarla. Di ventisette anni tolse in moglie Caterina figlia di Federigo Trenta già morto; nobili entrambi, anzi la Caterina dal lato della madre, che fu Caterina Calandrini, procedeva nientemeno che dal papa Nicolò V; nè si sa che ricevesse dote, almeno dal contratto di nozze non comparisce(12), procrearono insieme dodici figliuoli, sette maschi e cinque femmine, di cui a suo tempo riferiremo le fortune e la vita.
Quasi giovanetto Francesco prese ad esercitarsi nelle magistrature, sicchè appena trentenne fu anziano; nel 1529 lo elessero deputato insieme con Girolamo da Portico al principe Oranges al campo sotto Firenze perchè le sue milizie osservassero i confini della Repubblica e dovendo pure traversare la campagna si astenessero da fare danno; nel 1530 poi andò ambasciatore insieme a Gherardo Macarini a Carlo V per congratularsi della vittoria del suo esercito contro la Repubblica di Firenze, e con qual cuore adempisse cotesto carico ognuno sel pensi; nel 1533 lo promossero a gonfaloniere pei mesi di gennaio e di febbraio; nè mai da quel tempo in poi si rimase senza essere adoperato.
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