Dalle metafisicherie si diparte; non già, che le odii, dacchè, agitando le braccia, se l'uomo non vola, ei fa esercizio utile all'agilità dei nervi, ma sì per questo, che al chiudere delle tende gli pare a modo del dio Odino avere perseguitato sopra le nuvole un cervo di nebbia sopra un cavallo di nebbia.
Infiniti scrittori parlarono dei tempi intorno ai quali io pure mi affatico, e mirifiche cose ci escogitarono sopra: certo cotesto fu secolo caposaldo dei secoli; per lui incominciò nuovo ordine di cose, che a mio senno non è anco compito, dacchè io creda che innanzi tutto, cessate le conquiste e le sequele di quelle, bisogni che ogni popolo si costituisca gagliardo di propria potenza: allora la forza genererà il diritto, come il terrore ribadì tra tempia e tempia nell'uomo la idea di Dio; dove tu attenda giustizia dallo amore, aspetta prima mirare in branco pecore e lupi a pascere erba; e l'uomo ancora tiene del lupo più che non credi, e il civilissimo due cotanti sopra quello che i diari nostri costumano per vezzo appellare barbaro; non però di lupo, sibbene di volpe, ma bestia sempre. Quando per tanto gli universi popoli si troveranno armati di becco e di ugne, e tra sgraffio e sgraffio non ci correrà divario o poco, fatti e rifatti i conti, conosceranno come sia meglio per essi lasciarsi stare, barattarsi i frutti delle terre e le opere delle mani loro: si ameranno forse (e se senza forse, magari!) ma si rispetteranno di certo, e questo è quello che importa. Per ora non siamo a mezza via; bisogna che molte nazioni si compiano, altre che comincino a farsi: compite, si accorderanno prima per istinto, poi per ragione, all'ultimo per via di trattati, i quali niente altro faranno che ridurre in carta male ciò che avrà creato ottimamente la necessità, e i barbassori di allora, in tutto pari a quelli di ora, per avere scritto la fatale corrispondenza del genere umano reputeranno davvero di averla fatta essi.
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Odino Dio
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