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      Al nostro assunto non preme riferire il diuturno inganno; basti solo che la Francia alle ingiurie austriache quando potè non seppe o non volle apportare riparo, quando poi o volle o seppe ella non potè. -
      Carlo, assettatesi a questo modo le cose dintorno, prese ad attendere alle faccende di Germania come uomo che vuole venirne al chiaro; e davvero n'era tempo, perchè lo indugio pigliava vizio, e di che tinta! Cesare aveva convocato la dieta a Vormazia con questo intendimento, che quivi si deliberasse la necessità di un concilio dove si avessero a definire le quistioni religiose, e poi al giudicato si stesse; che insomma era lo adempimento di quello che due anni prima fu stabilito alla dieta di Spira: ma da ora a quel tempo gran tratto ci correva; imperciocchè allora facendo mestieri a cesare tenere quieta la Germania, anzi cavarne sussidi per la guerra contro la Francia, con editto imperiale aveva conceduto che fra tanto e finchè il concilio si convocasse i protestanti senza molestia la religione loro liberamente professassero; la quale concessione appellarono Interim, che appunto nello idioma latino suona frattanto. Ai protestanti, che allora non si sentivano abbastanza gagliardi, non parve vero quel po' di respiro, e non istettero a guardarla tanto pel sottile: adesso poi, sentendosi forti da sostenere l'assunto repugnavano mettere ogni cosa in compromesso, considerando come Carlo non avesse più bisogno di piaggiarli, all'opposto mirasse a finirli, e come nonostante i passati e i recenti rancori ei si fosse accontato col papa ai danni loro, nè si sapesse se il concilio da Trento in qualche città germanica si trasportasse, e pareva che no, dacchè dopo il primo scalpore mosso da cesare per siffatta decisione del papa, ei se n'era rimasto cheto, onde a molti era entrato in sospetto che cotesti formicoloni di sorbo facessero le forche.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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