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      Tuttavia il moto sarebbesi rallentato, o per indole della gente alemanna naturalmente gingillona, o per le bindolerie dello imperatore, maestro insigne di queste, se la troppa garosità della corte non fosse venuta a sbraciare il fuoco e ciò accadde perchè, deferita a Roma la causa dello arcivescovo di Colonia, al papa non parve vero di cogliere il destro per ostentare autorità, e quindi di punto in bianco, postergati i consigli, tenuti in non cale gli avvertimenti, ecco emana una bolla che lo spoglia delle dignità ecclesiastiche e, previa la consueta scomunica, scioglie i sudditi dal giuramento di obbedienza a cui erano tenuti. I protestanti s'inalberarono: temendo ognuno per sè, si rinforzò la concordia; tanto più veementi adesso quanto prima avevano ciondolato; al timore del danno si arroge la stizza di vedersi giuntati.
      Con tali auspicii si apriva la dieta dello impero a Ratisbona: ci convennero i principi alemanni parziali a cesare, i protestanti se ne tennero lontani mandandovi in vece loro procuratori a rappresentarli: pretesto per non andare le soverchie spese a cui non potevano sopperire stante le angustie dei tempi, causa vera la paura di essere presi pel collo. Dicono che lo imperatore(16) alla dieta di Ratisbona dimostrasse arguzia straordinaria, conciossiachè, invece di scuoprire i propri concetti, li tenesse con bell'arte celati, invitando i principi raccolti a palesare quello che sentissero e volessero, lui chiamarsi parato ad eseguire quello che a loro fosse piaciuto deliberare; a me sembra che questi sieno ganci diritti, dacchè ogni uomo si accorse che la proposta dello imperatore ai principi cattolici rassomigliava alla domanda dell'ospite all'oste: se ha buono il vino; pertanto ad una voce sentenziarono a quanto sarebbe per giudicare il concilio di Trento sacrosanto si avesse a piegare il capo sotto pena di sentirselo tagliare.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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