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      Molto meno poi si comprende questa astuzia a che cosa approdasse quando ei subito dopo spedì per le poste il cardinale di Trento a Roma per sollecitare gli aiuti del papa, chiamò milizie dai Paesi Bassi, concesse a Giovanni e ad Alberto di Brandeburgo di levarsi in armi per cavare, se loro riusciva, Enrico di Brunswich dal carcere del langravio di Assia tenuto in conto di capo della lega di Smalcalda: sovente si annaspa per non perdere il vezzo di annaspare, e tale loda un atto nello imperatore che nel plebeo flagellerebbe a sangue. I rappresentanti si fecero a trovare Carlo per essere chiariti sopra gl'intendimenti suoi, ed essi domandando erano più che persuasi non ne avrebbero spillato niente che valesse; lo imperatore, rispondendo, fermo ad agguindolarli, se poteva: tempo perso e che tuttavia si perde: forse perchè l'uomo, non potendo esercitarsi nella lealtà, si trastulla volentieri con le apparenze di quella.
      Stretti col papa i patti della lega, depositati i danari pei sussidi su banchi di Venezia, convenuto il numero e la qualità dello esercito ausiliario, accordati i capitani, distribuite indulgenze, messe in pronto le scomuniche, promesso che per sei mesi non si facesse pace, e dopo i sei mesi in verun modo senza il consenso del papa si conchiudesse; bene fra loro detto e ridetto e replicato poi scopi della guerra essere due o, per dire meglio, uno distinto in due atti cioè il primo estinguere il veleno dell'eresia, il secondo spartirsi le spoglie degli eretici; uno non si era mai fidato meno dell'altro, però lo imperatore, bugiardo più di due re, bandiva essere trascinato alla guerra pei capelli, non già per causa religiosa, Dio guardi! sacre le coscienze, credesse ognuno come meglio gli talentasse, solo volere richiamare all'osservanza dell'autorità imperiale alcuni tracotanti che se la mettevano sotto i piedi; ciò essere non pure suo diritto, ma obbligo espresso; diversamente, cessato o rilassato il vincolo della confederazione, anarchia dentro, debolezza fuori.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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