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      Queste cose dava ad intendere Carlo come il pescatore gitta le reti: se chiappano, chiappano; e pel fine di riuscire, potendo, a mettere le male biette fra i protestanti, ed anco secondo le contingenze piantare il papa ed accomodarsi con loro. Il papa stizzito perchè Carlo la trinciasse da furbo in capite, mentre questo posto pretendeva egli (e a diritto, imperciocchè dove lo imperatore volesse per sè il primato delle armi e delle frodi, o che restava al papa?) spiffera tutto l'accordo della lega facendo toccare con mano come lo imperatore mentisse, e scopo principale della lega consistesse nella persecuzione a morte degli eretici: tuttavia chi pensasse che a questo modo il papa procedesse per pura stizza si apporrebbe male, forse la collera non era se non colore per coprire il concetto di rompere il ponte tra i protestanti e lo imperatore, talchè ogni via di accordo fra loro rimanesse almeno per certo tempo irrevocabilmente chiusa. Questi tiri papeschi fruttarono da un lato la presagita rottura, ma dall'altro eziandio augumento di forze ai nemici, imperciocchè svegliatisi proprio su l'orlo del precipizio si assembrassero ad Ulma per provvedere alla necessità della guerra: presto andava la Germania in fiamme: le chiese, le cattedre, i fori, e le campagne echeggiavano del grido popolesco (il quale se durasse quanto è potente, non continuerebbe a strascinare la sua catena il mondo) Patria e Libertà; si arrolano soldati, si muniscono terre, si mandano oratori agli Svizzeri ed ai Veneziani per averli confederati, alla peggio amici coperti o neutrali.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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