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      Il popolo sopportò il bastardo di Clemente VII senza rancore perchè, spento un tiranno, ne temè un altro più tristo, come accadde pur troppo; ed anco perchè lo vedeva infierire di preferenza su quelli che lo avevano aiutato a ridurre la(17) patria in servitù; e non il popolo lo trucidava, bensì uno de' suoi, non per amore di libertà e non per odio della tirannide, sibbene del tiranno, e per talento di succedergli; costui chiamò il popolo a libertà, ma al popolo giungeva ignota cotesta voce, e così doveva essere, però che il popolo libero non conosca chi non avendo nè anco il coraggio della strage si unisce per consumarla un volgare scherano, e del suo fatto trema, e lungamente dura lenone per riuscire traditore. A Filippo Strozzi, uomo corrotto fino al midollo, poteva parere Lorenzino dei Medici un Bruto; a noi no: ammazzatore a mezzo, non altro; ed anco a lui procede sviscerato Vittorio Alfieri, il quale su cotesta strage compose una maniera di poema che tuttavia stampano ma non leggono; tratto più da passione che da ragione, scambiando la smania di opporsi coll'amore della libertà, avveniva che il dabben conte pigliasse delle cantonate e di molte. Cosimo successe diciottenne ad Alessandro, ma il tiranno non cresce per età, quale lo trasse dalla pietra natura, tale muore Cosimino; gabbò il Guicciardino, e gli fu agevole, perchè, innanzi ch'ei lo gabbasse, per lo interesse, che assai poteva su cotesto uomo, egli gabbava sè; e di ciò rimangono avvertiti ipusilli incoronati ch'eglino mai arriveranno ad abbindolare un grande intelletto dove questi mosso da passione non faccia prima géttito del suo ingegno.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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