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      Intanto si celebrano le nozze della figlia di don Giovanni, canti, suoni, balli e banchetti splendidissimi; tutto questo pei signori, pel popolo si ammanirono dopo il pranzo abbattimenti condotti dagli Spagnuoli, cose stupende, non mai viste per lo addietro nè da vedersi più innanzi; ne andarono le grida attorno con accompagnatura di tamburi e di pifferi, e il popolo in onta alla smisurata sua curiosità non si mosse, fermo alla posta egli stette con
      la mano sopra la spada: allora ne tentarono un'altra, e fu di bandire che pel sette di febbraio si sarebbe data sulla piazza una solenne caccia di tori; e sfoggiati allestimenti si fanno,i palchi mirabili per arazzi e damaschi, le livree dei giocatori di vari colori, i tori scelti fra i più feroci delle Maremme, le musiche continue, bisognava avere i piedi di piombo per tenerli in casa; e il popolo i piè di piombo ebbe; agevole poi spiegare la insolita immobilità sua solo che tu sappia come atroce disegno dei noveschi fosse cascare addosso del popolo inteso allo spettacolo e menarne strage, e della trama questo avesse pigliato odore.
      Don Giovanni, vista la mala parata, il dì veniente mandò pei caporali delle parti contrarie tentando raumiliarli con parole oneste affinchè alla travagliata patria dessero pace, e provò contrasto dove lo credeva meno, vo' dire dal lato dei noveschi; ai quali parendo stare bene in istaffa, non consentivano cedere, onde il giorno otto di febbraio, saltati nella strada in armi, essi presero a gridare: "Imperio, imperio, nove, nove.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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