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      A Giovanni degli Obizzi precipio eccitatore del tumulto, trovandosi fuori di città, intimarono stesse lontano; non obbediva, audacemente rientrava, sostenuto con passione diceva: Questa la ricompensa dello esilio sofferto durante la tirannide pisana? questo il compenso della scemata sostanza? Così Lucca ristora i suoi figliuoli del sangue versato per riacquistarle libertà? A cui rispondevano: Or come per mercede della difesa libertà tu vuoi che ti soffriamo tiranno, tu per te combattevi e non per noi, dacchè Lucca in potestà altrui non poteva essere tua. - Tuttavia, oltre al confermargli il bando, da ogni altra molestia si rimasero: costui bestemmiò il popolo ingrato; a me par giusto.
      Nel 1372 ebbe compimento lo statuto della repubblica; le forme repubblicane sempre, ma per così dire l'aria repubblicana non vi circola dentro, dagli uffici esclude i nobili e i cavalieri di parecchie famiglie, gli Antelminelli e i consorti tutti, ma nè anche ammette il popolo in generale e non pochi dei popolani ormai per industrie proficuamente esercitate diventati cospicui. Non è da dirsi se dai desiderosi di novità fosse inviso il magistrato dei conservatori della libertà; e siccome di vero appariva eccessivo, come sono sempre quelli i quali o una grande necessità od un grande timore suggeriscono, così non fu difficile apporgli accuse; ad evitare le quali ne raddoppiarono il numero e provvidero che solo un terzo per anno tenesse lo ufficio: e a questo modo un tempo durò sostenuto dalla bontà grande di Francesco Guinigi, ma egli cesse al fato comune nel 1384; allora tornarono i mestatori a lacerare più perfidiosi che mai il magistrato dei conservatori della libertà, e tanto pontarono che all'ultimo ottennero si abolisse; ai conservatori surrogarono i commissari di palazzo, ma erano altra cosa, imperciocchè lo ufficio di questi stesse unicamente nel vigilare le fortezze e le faccende della guerra: di qui incominciò uno screzio tra i Guinigi e i Forteguerra, cui piaceva l'acqua torba per pescarci dentro, del quale tentò approfittarsi Giovanni Obizzi fuoruscito mandando lettere ai suoi partigiani col mezzo di due frati; il reggimento, che stava a orecchi tesi, n'ebbe odore, e in un bacchio baleno acciuffa, tormenta e fa confessare i delinquenti, dei quali i laici decapita, i chiesastici manda a Roma.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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