Pagina (125/355)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tutte le cose umane più o meno affrettandosi giungono all'apice, donde non potendo più oltre salire, forza è che scendano: e questo in Lucca fu il punto supremo della insolenza del popolo, imperciocchè uno di loro che all'acqua era stato e stava, non già alla tempesta, di repente salito in ringhiera con modi acerbi, ma ad un punto affettuosi, garrì gli anziani confortandoli a rimanere, non badassero alla improntitudine di qualche farabutto, chè egli procedeva non solo senza, ma contro il consenso dei capi; e di quest'altro gli assicurava, ch'egli con tutti i parenti suoi e gli amici era disposto a mettere per la difesa loro a sbaraglio la vita a patto che compissero a lor posta il proprio dovere e non parlassero mai più di simile cosa.
      Vedendo la cosa avviata bene, quasi per metterle il tetto, pensarono ricorrere a Dio e ai santi, perchè, se non a cagione dei propri meriti, almeno per loro misericordia, li tirassero fuori da tanti affanni; perciò ordinarono prima di tutto un digiuno: veramente quale corrispondenza passasse fra il digiuno e la concordia non si vede adesso, ma allora ci si vedeva; poi allestirono una processione co' fiocchi, quale non si era mai veduta pari per lo avanti, conciossiachè nelle antecedenti più di due corpi in giro non si erano portati, e questa volta furono cinque: oltre le bandiere delle contrade e molte altre di privati cittadini, comparve il gonfalone della Libertà, dove a caratteri da scatola tutti di oro si leggeva questo nome trapunto, e lo portarono a vicenda tre popolani e tre nobili per vie più cimentare la concordia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





Lucca Dio Libertà