Gli anziani rimasti in palazzo adesso si trovarono nel peggiore partito che avessero mai provato, dacchè i cittadini ch'eransi divisi da loro per andare ad afforzarsi altrove fossero rimasti d'accordo che in caso di pericolo gli avessero mandati a chiamare; onde avvenne che, non sentendosi ammonire, ognuno attese a raccogliere gli uomini della sua contrada, ad ordinare le bande sotto i gonfaloni e a provvedere difese. In tanta angustia gli anziani vennero a conoscere come i Buonvisi a San Quilico fossero giunti a mettere insieme fra amici e aderenti loro e soldati tratti da tutte le terre del dominio, massime da Camaiore, tanta gente da vincere ben altra impresa che non era quella di levare la ruzza agli scapestrati lucchesi: però la difficoltà stava nello avvisarli, e a questo per buona ventura potè riparare Lunardo Pagnini, il quale uscito dalla città in tempo opportuno, accadde fare in pro' degli anziani due cose parimente utili; la prima avvisando i Buonvisi che stessero avvertiti perchè da un punto all'altro avrebbero potuto essere chiamati, la seconda nel sostenere un contadino spedito dai sediziosi con lettere ortatorie a Regolo da Coreglia perchè venisse via con quanta più gente potesse a fare spalla alle fortune cadenti degli amici. Intanto, giunta la sera, i tumultuanti rimasti a guardia del cortile, non si vedendo da nessuna parte ingrossare, persero l'animo, per la quale cosa, ognuno pensando ai casi suoi, parecchi col favore delle tenebre si dileguarono, rifugiandosi nelle case dei parenti e degli amici come presaghi della prossima ruina, mentre altri all'opposto correva per la terra smanioso per ricondurre gli amici alla tenzone.
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