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      Taddeo prese la chiave e, portatasela con le braccia in croce alla bocca, come si costuma fare co' Cristi, dopo averla di alcuna stilla di pianto bagnata così favellò:
      Orsù con noi sia Dio e andiamo tosto, che lo indugio piglia vizio." Uscito co' suoi, gli venne incontro Meuccio Dini, giovane di gran cuore, piacente e di seguito grande nella sua contrada, inoltre non imperito nella milizia, dove egli aveva fatto brevi ma onoratissime prove; a lui pure teneva dietro una banda di gioventù gagliarda; da ciò tolse argomento il Pippi a bene sperare, sicchè da lontano gli gridò: "Meuccio, questa libertà vi sia raccomandata." A cui Meuccio di rimando: "Per questa libertà voglio morire." Allora andaronsi incontro a braccia aperte e baciaronsi in bocca; poi stando lì in piedi deliberarono Taddeo con la sua gente pigliasse la via delle mura riuscendo a porta San Donato, Meuccio co' suoi avrebbe tenuto la strada maestra. Intanto che queste cose accadevano in città, in campagna a Monte San Quilico messere Martino Buonvisi, montato su di un poggiolo, raccolti intorno a sè parenti, clientela, soldati della repubblica e gente del contado che a frotta traeva costà quasi a festa, così favellava; "Le cose di città, compagni miei, le sono andate male, ma le potevano andare anco peggio; imperciocchè, con tante ingiurie, con tanti malefizi, con tante atrocità, gli scellerati uomini che le hanno commesse non hanno potuto impedire che i padri, per virtù loro, non ponessero a partito, e il consiglio non vincesse la guardia del palazzo.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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