Il carmelitano Baldassare Fontana da Locarno in questo modo raccomandavasi a certo pastore evangelico: "Con le lagrime agli occhi e con sospiri noi che sediamo fra le tenebre supplichiamo umilmente voi, cui sono famigliari gli autori dei libri della scienza ch'ebbero in sorte penetrare i misteri di Dio, di spedirci i libri dei grandi maestri, specialmente le opere del divino Zuinglio, dello illustre Lutero, dello arguto Melantone, del puntuale Ecolampadio; sua eccellenza Verdinyller fu da noi incombenzato di pagarvene il prezzo."
Allora Roma, dal nuovo pericolo commossa, si diede a calafatare le fenditure onde entrava l'acqua, ma tardi; fece dire per fino al Passavanti, forbito scrittore dello Specchio di vera penitenza, che il ridurre la Bibbia in questo nostro idioma volgare egli era avvilirla; Sisto V non la pensava così, chè all'opposto ci mise mano egli stesso e la voleva stampare, ma ebbe a sospendere a istanza della Spagna, più papesca del papa. All'ultimo la Chiesa praticò una via di mezzo: la si traducesse in italiano, ma però non si stampasse senza commenti, che hanno che fare col testo quanto gennaio con le more, o che mutano niente meno la negativa con l'affermativa, o viceversa.
Ma a cotesti tempi non correva stagione benigna pei compositori di commenti; sicchè gli sbirri papalini tonsurati o senza tonsura cacciavanli come belve in bosco: ma siccome la guerra si dichiarava ai nomi, così fu agevole bucare la legge sopprimendoli ovvero alterandoli, per la quale cosa i libri proibiti penetravano perfino nel Vaticano e vi rimasero un pezzo, finchè, conosciutili, si gittarono via quasi scorpioni fossero o rettili velenosi.
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