L'accademia modenese fondata dal Grillenzoni, smesso ogni altro tema, s'inabissava nelle controversie teologiche: temuto sopra tutti, epperò unicamente perseguitato quel Ludovico Castelvetro il quale recò nella critica e nelle dispute filologiche l'acre sottigliezza della teologia, e forse non ebbe animo buono, ma di lui due cotanti più tristo Annibale Caro suo nemico, il quale gli scriveva libri contro con la medesima intenzione che il boscaiolo tagliava fascine per servizio della Inquisizione: Narrasi che i predicatori cattolici erano costà presi a dileggio, sicchè dovevano a marcio dispetto lasciare il pulpito agli avversari, i quali con la copia degli argomenti e con lo eloquio degno, o sia che così fosse, o sia che così paresse, empivano di entusiasmo gli ascoltatori. Al Bucero parve ormai cotesta città guadagnata alla fede e gliene mandò lettere gratulatorie anco qui molti i dotti che ragionano, il popolo che sente scarso. - A Firenze, donde già si erano tirati due papi di casa Medici, e regnava Cosimo dei Medici, la riforma non poteva aspettarsi lieti giorni nè gli ebbe, bensì generò parecchi uomini(34) che furono strenui confessori e martiri della religione riformata, come Pietro Martire Vermigli, monsignor Carnesecchi, il Bruscoli ed altri. Il Cantù ci fa sapere come il Bruscoli fosse spia di Cosimo, e pur troppo sarà stato; che monta questo? forse voi altri cattolici volete soli il privilegio di raccogliere nel proprio seno traditori? E se costui hassi a stimare infame perchè spia, vorreste salutare santo Cosimo che lo pagava?
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