In questa ecco comincia a splendere in cielo un fuoco tramandante luce, la quale quella della luna non appaiava, ma l'altra delle stelle vinceva; forse erano stelle cadenti, o meteora altra cotale; fatto sta che per essa potè speculare meglio le pareti e vedere nei canti come il muro nuovo tirato su al lato il vecchio lasciasse certa crepatura dove non era disperazione arrampicarsi con le mani e co' piedi; e questo tentò, ma levato alquanto da terra il sasso a cui con le mani si aggrappa, cede, ed egli giù a gambe levate, e il sasso sopra con grande fracasso. Palpitante di terrore colà rimase un pezzo, temendo che allo strepito del tracollo svegliate le guardie non gli riponessero le mani al petto; di ciò fu niente; ripreso animo torna ad arrampicarsi, scavalca il muro e, in casa di tale che egli nomina Filosseno Nucca ricoverandosi, scampa la vita. Questo caso accadde senza intervento di angioli nè di demoni; altri non crede che passasse a quel modo liscia e suppone corrotti custode e guardie; poteva anco darsi, ma quando ci afferma proprio lo stesso Curio che l'andò come la contano, non si sa perchè non gli si deva credere, conoscendo fughe accadute tanto nei moderni che negli antichi tempi troppo più di questa maravigliose e stupende: egli poi narrando la propria storia, ne attribuisce il merito a Dio, e ciò stà bene; dice che non fece voti, non imprese pellegrinaggi, in somma nulla eccetto votarsi a Cristo supplicandolo che lo sovvenisse a sostenere la guerra contro le passioni, col suo spirito lo trasse a sè, lui adoperasse come il vasaio costuma della creta.
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Filosseno Nucca Curio Dio Cristo
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