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      Carlo V dopo averlo udito proclamava ch'egli avria fatto piagnere i sassi; lasciamo i sassi al suo posto, il Sadoleto e il vescovo di Fossombrone non dubitarono metterlo a canto ai più famosi oratori dell'antichità. Del vecchio peccatore cardinale Bembo non importa rammemorare le smancerie; lui con ressa infinita egli ottiene da Vittoria Colonna predicatore a Venezia, di lui e della sua eloquenza s'innamora, della salute si piglia smaniosa cura fino a raccomandarsi che dove occorra sforzino il suo Bernardine a cibare carni in quaresima, altrimenti non potrà reggere alle fatiche apostoliche. Forte percotevano la mente dei popoli la sua barba bianca, il volto emunto, gli occhi incavati e fiammeggianti, le vesti squallide, il costume rigido; camminava per colli e per pianure a piedi ignudi; il capo ad ogni più rea stagione scoperto sempre; andava di porta in porta accattando la vita; suo letto la terra, cortinaggio le frondi degli alberi: tutti lo riverivano e levavano a cielo; per poco stette che vivo non lo santificassero: dal comune andazzo si lasciò trarre fino Pietro Aretino, il quale, con modo in cui traspare la schernitrice perversità sua, scriveva al papa credere che non senza consiglio della provvidenza tanto peccatore egli fosse scrivendo ovvero operando, imperciocchè altrimenti l'Ochino non avrebbe ottenuto la gloria imperitura di ridurlo ad abiurare i suoi tanti peccati. L'Ochino, in virtù del credito grande che aveva, la cella concessagli per abitare a Venezia convertì in convento dei cappuccini; ed all'Ochino eretico vanno debitori i pii cattolici della devozione delle Quarantore, la quale tuttavia si pratica con tanti benefizi dell'anima e del corpo che ogni uomo li può vedere.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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