Però, come succede, la persecuzione crebbe la costanza o la ostinazione negli eletti, i quali secondo il costume degli antichi cristiani continuarono a professare la propria religione in luoghi riposti ed anco talora per caverne. A Modena per opera di alcuni insigni prelati, fra i quali piace notare i cardinali Sadoleto, Morone, Contarini e Cortese, tentarono accordo coi riformati di cotesta città, e parve altresì si fossero assettati, ma egli erano tranelli, e forse da entrambi i lati, chè mal bigatti provaronsi sempre i settari: più tardi un Erri andato fino a Roma faceva la spia ai suoi concittadini, e Roma lo rimandava sbirro, giudice e carnefice a Modena; parecchi non istettero ad aspettarlo e si cansarono, di cui il più celebre è il Castelvetro; fiero, acuto e senza cupidità nè paure, di Roma sentiva quello che in ogni tempo sentirono gli uomini savi; ma ciò che più gli nocque fu la batosta ch'ei sostenne coll'Annibal Caro a causa della censura mossa da lui alla canzone: Venite all'ombra dei gran gigli d'oro; dove al Caro parve toccare il sublime, mentre (per dirla col concetto di Longino) egli altro non fa che gonfiare le gote: ai tempi nostri appena gli uomini che appellansi moderati o consorti ci porgono idea della infame rabbia che questi misero negli screzi politici, di quella che i letterati allora ponevano nelle contese scientifiche: sicari adoperavansi e veleni, peggio anco di questi la calunnia occulta al Santo Uffizio per farti bruciare vivo, ovvero (come sostiene il dabbene Cantù) prima strangolare e poi ardere.
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