L'Altieri rappresentava a Venezia l'elettore di Sassonia ed altri principi germanici: non è qui la occasione di narrare quale e quanta la indefessa opera sua in pro' dei fratelli di fede; finchè gli fu possibile tenne fermo; messo nell'alternativa di esulare ovvero di professare la religione cattolica romana, scelse essere spatriato; ma poi non gli bastò il cuore di allontanarsi, e si avvolse ramingo con la moglie e il figliuolo dilettissimi entrambi per diverse terre del dominio veneto; nel 1549 così scriveva da Brescia al Bullingero:
Sappi che vivo in mezzo a continue paure; pericoli di morte mi circondano; l'Italia tutta è perniciosa per me e per miei poveri figlio e consorte; ogni dì aumentano i miei terrori, conoscendo espresso che i miei nemici non poseranno finchè non mi abbiamo divorato vivo: rammentati di me nelle tue orazioni." Di lui non si ebbe più novella mai; forse chi sa? anco di questo sventurato risponderebbero le cupe acque del Canale orfano, se elle avessero voce e senso.
Se così a Venezia, peggio nelle provincie; nell'Istria un inquisitore Grisone andava di casa in casa a rovistare ogni ripostiglio per rinvenirvi libri vietati o Bibbie; minacciava multe, castighi ed estremi supplizii; presi da terrore i cittadini si accusavano fra loro. Questo che io dico ti somministri argomento della tetra inverecondia di costui; sospetti a Roma i Vergeri, di cui Giovambattista era vescovo di Pola; adesso per muovere il popolo contro loro il Grisone salito in pergamo declamava: "Io vedete, se un nugolo di malanni vi è cascato addosso?
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