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      Io non pensava allargare tanto questo capitolo ma i casi accaduti nella mia patria mentre lo stava scrivendo m'impongono il dovere di palesare con qualche maggiore particolarità che cosa abbia ardito Roma qui in Italia e che oserebbe adesso, se, in grazia del sussidio di Francia, ella giungesse ad ottenere la pienezza della sua autorità: e i casi che verrò riportando io non caverò mica da scrittori protestanti e neppure con le mie parole esporrò, sibbene da scrittori cattolici romani, i quali procedono avversi ai martoriati perchè tenuti da loro in conto di eretici: così pertanto scriveva il segretario di Antonio Caracciolo al suo padrone: "Illustrissimo signore: di quanto avvenne qui circa agli eretici non mancai di tratto in tratto porgervi debita relazione, ora poi mi occorre ragguagliarvi, dei terribili supplizi eseguiti a danno dei luterani fino dall'11 giugno. A dirvela schietta, mi è parso proprio un macello: venuto il boia, fece mettere in fila i condannati; dopo ciò, preso certo straccio di tela, ne bendò uno e trattolo su la piazza attigua alla fabbrica, ordinò s'inginocchiasse; in meno che si dice amen allora con la manca lo acciuffa pei capelli e con la destra gli sega la gola mediante un coltellaccio; compito il primo ammazzamento, il carnefice va per un altro, col medesimo straccio insanguinato lo benda, nel medesimo luogo lo strascina, e nella medesima guisa lo scanna, e così di seguito, finchè, spossato di forze e grommoso di sangue da capo piedi, non ebbe ingombro il terreno di bene ottantotto cadaveri!


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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