- Ammanita una solenne udienza della Inquisizione a cui assisterono con molti inquisitori parecchi vescovi e sei cardinali, vi comparve il Mollio in compagnia di non pochi altri sostenuti, nelle cui mani posero un torchietto acceso appena entrarono in sala: letta l'accusa, concessero agli accusati la difesa. Il Mollio si difese da sè: egli pertanto a viso aperto propugnò la propria dottrina intorno alla giustificazione, alla confessione auricolare, ai sacramenti; disse, com'è, empio ed usurpato il potere che il papa si arroga, e finalmente, vôlto con piglio severo verso i giudici, a questo modo gli apostrofò: "Se mai, o vescovi e cardinali, avessi potuto persuadermi che la potenza da voi usurpata e le dignità delle quali voi v'insignite rispondessero a taluno merito vostro, io non vi vorrei arguire; ma poichè io conosco di certa scienza come per voi sono state calpeste la temperanza, la verecondia, la onestà e la virtù, così emmi forza significarvi alla ricisa che voi le derivate non già da Dio, bensì dal demonio. Se fosse la vostra davvero potestà apostolica, come presumete dare ad intendere agl'ingenui, la dottrina e la vita vostre si rassomiglierebbero a un punto quelle degli apostoli: ora non è così, i vostri atti portano tutti il marchio della corruttela, della ipocrisia e della cupidità; ond'io non posso astenermi da considerare la vostra chiesa asilo di masnadieri e caverna di ladri. La vostra dottrina ch'è mai se non tessuto di menzogne? La vita vostra non palesa chiaro che vi siete fatto Dio del ventre?
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