A Cosimo tiranno coteste ciammengole non potevano andare; ciondolava nel dubbio per agguantarsi lì per lì anco ai rasoi per non battere sul lastrone, ma poi sentiva che la tirannide sacerdotale con la tirannide principesca sono fatte per reggersi; e dove mai lo avesse dimenticato, ecco là l'arcivescovo di Firenze Alessandro dei Medici suo cugino e suo ambasciatore a Roma che glielo ricordava con esplicito sermone: "Serenissimo signor mio, per la molta pratica che io ho delli umori di cotesta città, a me pare che la devozione di fra Girolamo causa duoi effetti cattivi, anzi pessimi quando vi si gettano come fanno al presente: il primo è che quelli che vi credono si alienano dalla sede apostolica, e se non diventano eretici, non hanno buona opinione del clero secolare e dei prelati, e gli obbediscono mal volentieri, ed io lo pruovo. L'altra, che tocca Vostra Altezza, è che si alienano dal presente felice stato, ed all'Altezza Vostra concepono certo odio intrinseco, se ben la potenza e la paura li fa stare in cervello. Ed io ricordo che Pandolfo Pucci una volta, poco innanzi che si scoprisse il suo tradimento, mi disse una mattina grandissimo bene di fra Girolamo con mia grandissima maraviglia; so che leggeva le sue opere con quegli altri congiurati.... I suoi devoti sono sempre queruli, sempre si lamentano, e perchè temono a parlare del principe, parlano dei suoi ministri et ordini, ecc." E va bene: come tutte le libertà, così tutte le tirannidi sono sorelle; a quei che si tirano su a liberali e non ci credono o piuttosto fingono di non ci credere accade di queste due cose l'una, o finiscono per diventare satelliti del tiranno, o capitano male dopo avere ingannato sè stessi e la umanità.
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