Si stia alla parola del Signore attestata dalle Scritture; delle indulgenze nella Scrittura non occorre neppure una parola. Lo Spirito Santo non presiedè a tutti i concili nè si mostrava chiaro intorno alla persona legittima per convocarlo: quanti avessero ad essere i sacramenti non sapeva: non obbligatoria la confessione: dubitava del purgatorio e sosteneva apocrifo il libro II dei Maccabei, dove si giudica efficace il suffragio pei morti. Che nella Eucaristia sia presente il corpo di Cristo non nega, nega la transustanziazione e qui ciondola tra Lutero e Calvino: sarebbe bene che anco i laici comunicassero sotto le due specie. La Messa propizia solo per la memoria della passione di Cristo o vero in quanto eccita la fede, per la quale unicamente impetriamo la rimessione dei peccati. Per eccellenza il papa è primo vescovo, non per autorità, la quale non può esercitare sopra le altre chiese, se pure il mondo non gliela deferisca per rispetto a Roma. La più parte degli ordini monastici aborriva, massime gli accattoni, cavallette del pane del povero: le prediche dannose anzichè no, come quelle che raccomandavano troppo le opere: turpe il celibato dei preti: iniquo il voto di castità, la quale è dono di Dio: l'andare pellegrinando randagio attorno vizio di vagabondo, non santità: la cernita dei cibi assurda, non meritorio il digiuno; e poichè Cristo si era offerto mediatore fra Dio e gli uomini, inutile la invocazione dei santi; con altre giuntarelle che toccai disopra, perchè a suo danno si raccolsero le briciole; le quali cose tutte adesso ci paiono opinioni in parte plausibili, in parte oziose; ma i tempi portavano così, ed essi letterati erano e dialettici e teologhi non già filosofi.
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