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      Questo il Burlamacchi o con lettere da bruciarsi appena lette o con messaggi verbali spediva ora a Pisa, ora a Pescia o a Pistola, sovente a Firenze ed anco a Bologna e in altre parti di Lombardia: perchè quantunque il Benedino disagiato non fosse dei beni di fortuna, tuttavia il Burlamacchi non consentì mai che egli ci rimettesse del suo, e dai ricordi del tempo ricaviamo che ora di due e tale altra di tre scudi lo rimborsasse per le spese fatte nei frequenti viaggi, e così con maggiore larghezza di quella che la repubblica fiorentina costumasse con Nicolò Machiavello, al quale, sebbene inviato per suo oratore publico, pure ella lasciava penuriare per tre lire o quattro. Abbiamo altrove accennato, e qui ripetiamo, che il Burlamacchi, se non tracollò affatto, molto nocque alla sua sostanza a cagione delle molte spese incontrate a sostenere il suo disegno; e ciò serva di esempio ai nostri padri della patria, i quali non moverieno per la sua salute un dito, se prima non vengano assicurati di guadagnarsi il dieci per(52) cento almeno. Chi fossero gli Strozzi e quali la indole e lo intento loro dicemmo: mutati i tempi, epperò mutati non già gli affetti, bensì i modi di significarli, di Strozzi adesso vediamo pieno Firenze; zelatori di tirannide sotto il velame di libertà a patto di essere eglino stessi tiranni o, se tanto non lice, tiranni almeno di seconda mano per perseguitare, ma sopratutto per arraffare. Sventura grande pel Burlamacchi ch'egli avesse o reputasse avere mestieri di loro!


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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