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      la quale dice delle rivoluzioni succedere sempre quelle che sono presagite.
      Però il ritorno di Bastiano non fu sì presto come avrebbe voluto, e la cosa desiderava, imperciocchè se ne andasse col priore in Iscozia e in Inghilterra per mandato del re di Francia Enrico II, dove condusse a buon fine parecchie onorate imprese, fra le quali quella di espugnare il castello di Santo Andrea, e presivi gli omicidi del vescovo di Santo Andrea, tutti mise senza misericordia a morte. Di Scozia navigò su le coste di Francia per sovvenire alla fortuna di Bologna marittima che pericolava per lo assedio messoci dagl'Inglesi. Siffatto ritardo riuscì funesto ai disegni del Burlamacchi, perchè cotesto anno andò perduto, ed egli facesse capitale grandissimo del malcontento dei popoli a cagione della penuria del grano, di cui era stato infelice il raccolto in Toscana: sopra gli altri poi ne arrovellavano i Pisani un po' per la ruggine antica e più perchè il governo per provvedere Firenze aveva portato via da Pisa quanto grano trovava lasciandola nella estrema miseria; così si arrivò al nuovo raccolto, e la occasione andò perduta, nè dall'oceano Leone e il Carletti tornarono prima del decembre. Ignoro, e poco m'importa cercarne la ragione vera; fatto stà che il priore dopo cotesta impresa venne in iscrezio col re di Francia; gli scrittori del tempo affermano senz'altro come Lione Strozzi andasse meglio a genio di Francesco I perchè grave, circospetto, a moversi lento, tardo a parole, e Piero Strozzi garbasse di più ad Enrico, come quello che procedeva avventato, di mano pronto e di detti troppo più; taluno aggiunge che il re gli fece torto conferendo l'ufficio di capitano supremo del mare ad altra persona la quale non era reputata capace nè manco a reggergli il bacile quando si levava la barba; però lo lodano per essersi comportato in cotesto frangente con maggiore lealtà di Andrea Doria, perocchè non si ribellasse al suo re nè in veruna altra guisa gli nocesse, la quale cosa troppo bene egli avrebbe potuto fare sia pigliandogli alla sprovvista Marsiglia ovvero altra città di Provenza, sia rubandogli parte delle galere od anco legandosi coi corsari di Barberia per disertare le coste di Francia; mentre egli all'opposto, tolte seco due sole galere che erano sue, se n'andò a Malta per servire la cristianità contro i nemici della fede.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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