- Lione, ch'era prete, anzi frate, dacchè l'ordine dei cavalieri di Rodi, al quale egli come priore di Capua apparteneva, si considerasse monastico, rispose che quanto a papa ei se ne curava come della prima palla che gli passò vicino al naso; lo lasciasse con ambedue le potestà spirituale e temporale, ovvero gliele togliesse, a lui non premere nulla: rispetto al governo da darsi all'Italia pensava non dipendere da loro, nè per ora potere presagire come sarebbero rimaste le faccende e lo stato degli animi adatti a sostenere un reggimento piuttostochè un altro: sembrargli strana la fantasia di taluni che si professano sviscerati della libertà e poi anticipatamente fermano tra loro la forma di governo che intendono impartire al popolo; e non capiscono che libertà costretta e tirannide sopportata arieggiano così che paiono sorelle nate ad un parto: quanto a lui però repubblica o monarchia, una sola repubblica ovvero parecchie non premergli affatto; questo altro poi importargli, vendicare il sangue del padre e costituire l'Italia in istato da sostenere l'urto di Francia e di Lamagna: avrebbe inteso volentieri come questo si potesse conseguire e qual parte ci avesse egli a pigliare.
Allora Francesco Burlamacchi peculiarmente gli favellò dello stato non pure d'Italia, bensì della Europa con assai più di acconciatezza che io non abbia saputo fare in questo libro, di che assai si maravigliò il priore, conoscendo a prova quale e quanta fosse la sagacia di lui; e poichè, concordando nei generali su quello che gli era andato esponendo, desiderò conoscere nei particolari il modo di ridurre in atto il disegno, quegli rispose: - "Anco qui l'obietto è doppio, in casa e fuori; in casa penso io ad appiccare fuoco alla girandola, fuori dovete pensare voi prima, ed un poco io.
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