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      E alzati gli occhi, gli ficcò in quelli di Lione; entrambi gli sguardi s'incontrarono così vibrati che, se fossero stati ferri, avrieno mandato faville.
      - Messere Francesco, Dio vi aiuti come siete un'anima romana per miracolo rimasta sopra la terra: or ditemi e quando avvisereste di mettere mano alla impresa?"
      - Più presto che faremo, e più avremo venture a pro' nostro. Vi toccai della diffalta dei grani, la quale, oltre al malcontento che genera nei popoli, impedisce si approvvisionino le piazze; e poi corriamo un'altro pericolo, ed è che siccome i cittadini si succedono nella nostra repubblica agli uffici con vicenda brevissima, così io posso sortire anziano per due mesi ed allora cesso di esercitare durante cotesto tempo il commessariato delle milizie, chè i due carichi vietasi cumulare; ancora, senza presumere soverchio di me, potrebbe accadere che mi eleggessero gonfaloniere, chè allora lo stroppio si faria maggiore, avvegnachè al supremo magistrato non sia concesso finchè dura in carica uscire di palazzo: non vi assicuro che ciò non avvenga, ma questo allora non accade senza pericolo e sempre con difficoltà grandissima. Degli altri pericoli non tocco: quanto a me ormai ho messo a repentaglio la vita, ma voi prudente conoscete quanto sia funesto protrarre di simile ragione imprese: a maggio fioriscono le rose, a maggio torni a germogliare la libertà della patria."
      A Lione parve, e veramente era, troppo breve il tempo, conciossiachè fosse di mestieri apparecchiare i danari, che si prevedeva non dovere essere pochi, avendosi, oltre quelli domandati dal Burlamacchi, a provvedere per le galee del priore, per le bande che avrebbe messo insieme, per le armi, per le munizioni e per le altre necessità tutte che si tirano dietro faccende di tal sorte.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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