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      Il Pessini senza farsi pregare ci entrò dentro fino al manico per la ragione che i garbugli approdano ai malestanti, e presentendo quasi per istinto che un qualche brindello gliene sarebbe rimasto in mano; da una parte e dall'altra raccomandazioni e promesse e sacramenti di prudenza e di audacia, di segretezza e di solerzia per procacciare congiurati alla impresa: cose tutte che stanno insieme come l'acqua col fuoco, ma che paiono agevolissime a conseguirsi dalle menti esaltate.
      Ora, mentre Andrea ustolava per mancanza di danaro, avvenne un caso mercè del quale sperò rimpannucciarsi e andare avanti aspettando il meglio. Era rimasta orfana in età pupillare Giulia figliuola di Bastiano Giustiniani di Rôcca Tagliata sua nipote, assai bene provveduta di sostanza; ond'egli, senza frapporre tempo, andato a torsela, se la recò a casa non si dando pensiero se lo potesse o no fare e se alla giovane garbasse ovvero repugnasse starsi con lui. Gli è più che verosimile, anzi l'ho per certo, che se la fanciulla fosse stata ignuda di ogni ben di Dio, i parenti sarieno rimasti coll'acqua in bocca, e gli zii paterni o avrebbero finto non ricordarsene od anco giurato di non essere parenti; ma l'interesse riscalda il sangue, onde saltò su un Agnello Pessini come più prossimo congiunto a pretendere la tutela per sè. Non mi è chiaro del perchè questa causa fosse sottomessa alla decisione del Burlamacchi; forse in Lucca il magistrato(57) supremo, ch'era il gonfaloniere, come in Inghilterra nei tempi antichi il re, esercitava giurisdizione sopra la persona e i beni dei pupilli: fatto stà che il Burlamacchi, pigliata cognizione della faccenda, sentenziò non Andrea, bensì Agnello avesse ad essere tutore dell'orfana e per sequela amministratore della sostanza di lei, ad Agnello e non ad Andrea spettasse il diritto di custodirne la persona e nella propria casa ricoverarla.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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