Giusto, gli è quello che diceva ancora io; io farò come avvisate.
Per la quale cosa, chiamato ad alta voce il targetto Gattaiola, gli ordinò andasse difilato al palazzo per dire al gonfaloniere che non mettesse tempo tra mezzo a spedire il suo uomo. Qui dicono taluni cronisti che il targetto prima di partirsi per fare la commissione avvertisse il commissario a non lasciare che persona alcuna uscisse fuora di città; non già che stesse in facultà sua dare siffatti comandamenti, ma così volle il destino o piuttosto la provvidenza per preservare dagli estremi mali la città; e si ravvisò inoltre il dito di Dio in questo altro accidente, e fu, che il targetto non solo diede l'ordine senza facoltà, ma lo diede alla rovescia; ed aggiungono ancora che così pure intendesse Baccio; in siffatta guisa la raccontano parecchi cronisti, ma a me queste cose paiono novelle.
Fatto stà che il gonfaloniere uscì di palazzo alle ventiquattro ed un quarto, e sceso nel cortile, vi si fermò alquanto aspettando Ludovico di Garzone Garzoni suo cugino, a cui poche ore prima aveva dato la posta; e siccome costui indugiava, e ad esso premeva partirsi, gli mandò un targetto per sollecitarlo; indi a breve essendo comparso Ludovico, uscì insieme con lui dal cortile per la porta di dietro, la quale egli aveva ordinato tenessero aperta a suo libito: su la soglia egli licenziò i targetti che andavano seco, i quali costumavano accompagnarlo ogni volta notte tempo recavasi a casa sua.
Ricavo dalle dichiarazioni fatte da Francesco nel suo processo come, andando per via, egli per la prima volta significasse al cugino i suoi disegni, il caso successo e la necessità di sottrarsi con la fuga allo imminente castigo; dal quale proponimento il Garzoni si studiò con ogni maniera persuasioni distorlo, ma egli come uomo deliberato non gli diede retta, proseguendo sempre il suo cammino finchè, giunti in prossimità della porta di San Pietro, egli tolse commiato da lui, avviandosi solo verso quella tutto turato dentro una cappa, col cappello chino sul volto.
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