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      Et a Dio piaccia di tenere VS. in sua buona guardia.
     
      Di VS. Serv:
     
      FRANCESCO BURLAMACCHI.
     
      In parte questa lettera corre senza sintassi; ma con lui che aveva le braccia slogate dalla tortura e temeva peggio non si vuole procedere troppo difficili. Questo a me, sembra che si palesi chiaro come il Burlamacchi, secondo la opinione di quanti Italiani ebbero fior di senno, pensò come la Italia non potesse avere salute mai dove il cattolicesimo dalla sovranità temporale non si sceverasse. Un'altra dichiarazione fece il Burlamacchi che certo si poteva risparmiare, conciossiachè non gli venisse affatto creduta, nè egli potè augurarsi che gliela credessero, ed è che, occupata la Toscana e messe le mani addosso, non avrebbero fatto punto male al duca Cosimo: al contrario, ridottolo in condizione cittadinesca(60), oltre lasciargli i beni propri, gli arìeno egli e gli Strozzi stanziato 20 / m S. di pensione, ponendo in sua balìa lo stare o l'andare. Se fra gli Strozzi e i Medici, emuli antichi, debitori scambievolmente e creditori d'ingiurie, di sangue e di guasto negli averi, potessero correre le cose a quel modo lascio che giudichi chi legge. Per ultimo conchiusero col solito gloria: "Li signori essaminatori, per cognoscere meglio la verità, comandarno che detto costituto fosse legato alla corda, tormentato e in alto levato e quassato se a lor signori parrà. Et alzato da terra in alto per il cavaliere e suoi birri; domandato di nuovo, dixe non avere altro che dire, e havere detta tutta la verità. Et allora comandarno che fusse quassato, e di nuovo interrogato replicò come di sopra e non havere altro che dire.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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