Qual cuore fosse quello del nostro eroe nel vedersi in cosė misero stato, pensi chi legge; pure, chiudendo in sč la passione, non turba il sembiante nč aggronda i sopraccigli; da sč spogliasi, da sč si pone alla corda(63); dove legato, lo alzano da quattro braccia sopra il pavimento e quivi lo lasciano a cotesto modo sospeso. Il commissario, passato alcun tempo, al fine che il peso del corpo aggravandosi slogasse le braccia e ne stirasse angosciosamente i muscoli, con voce pacata riprese: "Dite la veritā degli altri complici pių di quello che abbiate detto, massime dei signori Sanesi." E il magnanimo a sua posta: "Ah! signor commissario, che io sono morto, le ho detto la veritā, ahimč!" Il commissario allora, per rispondere al richiamo che cotesto infelice faceva alla sua pietā, ordinō lo sollevassero qualche altro braccio di pių e poi lo lasciassero ire gių a piombo(64): questo chiamavasi squasso ed anco strappata; e se i meschini sentissero strapparsi, Dio ve lo dica per me.
Il giorno dopo il buon senatore tornava ai tormenti per ispuntarla: cosė gl'insegnava il suo mestiere, ed č precetto antico che bisogna battere il ferro quando č caldo; nč io di lui mi dolgo nč lo maledico; a quel mo' in cotesti tempi persuadeva la scienza, e noi meritamente lo riprendiamo barbaro; forse e senza forse pių tardi gli uomini censureranno incivile quello che adesso la scienza insegna come dogma dalle cattedre: un po' di modestia non fa male a nessuno, nč anco alla scienza.
Pertanto il commissario entrato nella carcere del Burlamacchi il 19 ottobre 1546, di nuovo lo ricercava a dire tutta ed intera la veritā: a cui il tormentato rispondeva traendo guai: "Ahimč! Signore, che cosa volete che io dica se tutto quello che sapeva fu da me liberamente confessato?
| |
Sanesi Dio Burlamacchi
|