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      Forse quanto confessai alla mia morte non basta? Non avete, signore, la cosa chiara? Di grazia fatemi tagliare più presto la testa che tormentarmi tanto; non vedete ch'io sono tutto stroppiato?"
      Il commissario soggiunse: "Dio sa se me ne duole nell'anima, ma le mie istruzioni m'impongono che con le ultime prove io mi adoperi a strapparvi di bocca la intera verità, che voi pur troppo mi celate in parte:"
      Nulla vi ho celato.
      Forse quanto a voi sì; no per certo quanto ai vostri compiici.
      Vi ripeto che non mi diedi compagni; temendo m'invidiassero l'alta impresa di ridurre in buon vivere e in libertà questi cristiani.
      Questo non toccava a voi.
      Toccava allo imperatore.
      Perchè dunque non ne lasciavate la cura a S. M.?
      E qui sta il mio errore: io ho rotto, io pago. Quale tormento mi avanza a patire?
      Ahimè! oltre ogni immaginativa orribile: vi chiuderà il cavaliere(65) le gambe in grossi e pesanti ceppi, sicchè siate costretto a tenerle ferme, e dopo avervi unto di sego le ignude piante dei piedi, vi ci accosterà mano a mano carboni ardenti finchè tutte non le abbia abbrustolite il fuoco....
      Orribile cosa invero.... Dio mi aiuti! io sono nelle vostre mani.
      Allora il commissario ordinò lo scalzassero e portassero il fuoco: intanto che gli serravano dentro i ceppi le gambe, lo andava stringendo perchè dicesse intera la verità; terrori mesceva a speranze, minacce a preghiere; ma l'altro imperterrito ripeteva:
      Signore, io non so che mai dirvi altro, perchè ho detto tutta la verità, e mai dirò altro di quello che ho detto(66).


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355