Narra pertanto la cronaca "Come i parenti del Burlamacchi non perdonassero a qualunque gran somma di danaro per salvargli la vita, e mentre vi aguzzavano intorno il cervello per riuscirvi non senza molta speranza, per non dire certezza, si scoperse uno accidente che rese la liberazione di lui, almeno per via della fuga, affatto sfidata. E questo caso fummi raccontato molte volte da Tomaso Burlamacchi trovandomi io a Lione. E' fu appuntato in Milano che fossero tratti marchi 400 di oro di sole, che erano 8 30/m di oro di sole a Lione, con la banca Burlamacchi, nella quale serviva come giovane di contare il suddetto Tomaso di assai fresca età, ma per essere della famiglia e nipote dei magnifici ministri facevano portare a lui un quadernuccio delle accettationi delle lettere di cambio che in un giorno deputato si sogliono accettare nella piazza di Lione, a cui fu ordinato dai Maggiori, secondo l'uso delle predette accettationi, quali lettere di cambio dovesse subito accettare e quali tenere sospese; ma quando fu all'atto pubblico dell'accettatione che segue alla presenza d'infiniti testimoni di diverse nazioni che accorrono a tal fatto, Tomaso equivocando (così almeno dicea a me) sospese le tratte dei 400 marchi che doveva accettare, mentre all'opposto ne accettò altre che doveva respingere, onde i presentatori della lettera spedirono subito per la posta corriero a Milano con lo avviso della sospensione." - Di che indispettiti coloro che avevano le mani nel trattato, resero impossibile la fuga del Burlamacchi di già abbastanza difficile.
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