Il messo arriva in castello mentre il marchese, che giovane era e ben disposto della persona, giocava alla palla con altri prigioni che stavano (come si dice in idioma di carcerato) alla larga, e il Burlamacchi insieme con altri si tratteneva a vederli. Il castellano gli fece chiamare in fortezza, ed essi andarono a tutto altro pensando che a dover morire: appena arrivati i guardiani li separano e chiudono in luogo segreto; tanto fu eseguito per ordine del castellano, a cui crepava il cuore per doglia, così grande amore aveva posto nel Burlamacchi e così teneva in pregio, sicchè a significargli che si apparecchiasse a morire non gli bastò l'animo, onde si raccomandò ad un valente religioso che in destro modo glielo facesse intendere.
Il Dalli afferma che il Burlamacchi andò a morte confessato, e può darsi, ma non certo pentito. La mattina seguente ebbero il capo mozzo nella piazza del castello il Burlamacchi, il marchese Cibo e Giovambattista Carletti, e fu come ho avvertito di già, il 14 febbraio 1548; dove mettessero il Carletti uomo plebeo ignoro, il marchese e il Burlamacchi furono sepolti nella chiesa del castello, sicchè volendo si potrebbero cercare con molta probabilità di trovarle, le sue ossa e dare loro insieme a quelle del Ferruccio onorata sepoltura in Santa Croce; e il suo tempo verrà, non ora; adesso bisogna che sgocciolino gl'istituti e gli uomini nemici al popolo, anzi alla umanità. - A questo modo, dopo avere narrato la miserabile strage del Burlamacchi e del Cibo, sentenzia il canonico Dalli, finirono per ghiribizzi fantastici, nè un canonico ai giorni nostri giudicherebbe diverso.
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