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Sebastiano Carletti, preso vento a tempo, si salvò in Francia, nè di lui si seppe più novella mai, almeno non la registrarono la storia nè i ricordi dei tempi. - Avanza a dire di Cesare Benedino, a cui incolse la mala ventura: per sua disgrazia credè che la rabbia di Cosimo si fosse attutita; anco i serpenti dopo il pasto posano addormentati, ma il tiranno non chiude mai le palpebre: sicchè il Benedino si affidò di aggirarsi in questa ed in quell'altra città come farfalla intorno al lume e si arse le ale, imperciocchè un suo compare lo tradiva menandolo alla mazza; preso da Cosimo, lo provò con le più atroci torture per cavarne fuori notizie che approdassero ai suoi disegni in danno di Lucca, ma poichè lo ebbe stritolato e lacero senza poterne spillare cosa che volesse, lo buttò al carnefice, il quale lo scemò del capo nella piazza di Santo Apollinare lì presso il palazzo del bargello 12 anni dopo la morte del Burlamacchi e 14 dalla tramata congiura. Nella cancelleria dello antico magistrato degli Otto un dì si trovava il suo processo; adesso dove si conservi ignoro; questo so, che nulla di particolare ci era da cavarne, imperciocchè ei molte cose sapesse non tutte nè le più riposte; tra le mie note rintraccio la sua sentenza e la pubblico in conferma della verità di quanto fu da me esposto(68).
Qui finisce la quarta delle vite e forse l'ultima degli uomini illustri italiani in politica ed in arme che io aveva promesso dettare; ora conviene che io mi fermi, colpa molta dei tempi e parte mia.
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