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      Nel passato secolo vi fu chi sostenne che il Natale doveva cadere in settembre, ma il calendario del Bucherius mette la festa ai 25 di dicembre, e la Chiesa la celebra in quel giorno.
      Certo in dicembre è freddo; almeno per lo più l'inverno è già inoltrato verso la fine dell'anno. Ma se badassimo alla tradizione ed ai quadri dei pittori, tra i gradi 31 e 32 di latitudine dovrebbe esistere la Siberia e non la Giudea. Ci dipingono certe nevicate da fare invidia alla Groenlandia, mentre, anche ora, gli ulivi prosperano a Betlemme senza paura di morire gelati. Giacomo di Vitry narra che l'esercito dei crociati, giunto sulle rive del Giordano a metà di novembre, prese un bagno con molto piacere. E se al 6 di gennaio è solennizzato il battesimo di Gesù, che fu da Giovanni immerso nel fiume, certo il Giordano non doveva esser gelato anche secondo l'idea della Chiesa. Quanto al bue ed all'asinello, non hanno che una dubbia frase del profeta Abacucco per giustificare la loro presenza nel presepio; e ad Abacucco ne lasceremo tutta la responsabilità.
      Dunque il Vangelo non ci dice che nel giorno di Natale, a Betlemme, nevicasse. La geografia fisica lo nega. Perchè dunque dovrà esserci la neve quel giorno? Perchè queste belle ed erudite riflessioni non mi vennero in mente quando promisi la neve al mio bambino? Chi lo persuade ora? Se gli cito Abacucco, ho paura che non lo prenda sul serio. Specchiatevi, padri imprudenti, e vedete dove vi può trascinare una promessa fatta leggermente!
     
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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