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      Eppure, ahimè! ci toccò discendere. Sedemmo intorno alla sorgente dell'Arno bevendo l'acqua limpida e gelata del fiumicel che nasce in Falterona, e rovinammo giù a valle, per le chine sassose, tra le ginestre dai fiori gialli, sui sentieri arsi e bianchi che menano a Stia.
      Entrati nella patria del Tanucci, la gente ci guardava con molta curiosità, quando un giovane ci venne incontro chiedendoci se fossimo soci del Club Alpino.
      - Indegnamente, - rispondemmo.
      Era socio anch'egli e ci fece un mondo di utili gentilezze. Volle che io dormissi a casa sua, ed il mattino ci accompagnò per un buon tratto di via nella nostra salita per Segaticci verso Camaldoli all'Eremo. Andavamo alle sorgenti del Tevere. Un anno dopo, l'avv. Carlo Beni, il mio gentile ospite di Stia, mi scrisse per annunciarmi che aveva scritto la Guida del suo Casentino e desiderava una mia prefazione. La lettera mi giunse mentre ero afflitto da domestiche disgrazie, e, lo confesso, alle sue cortesie risposi con una villania: non risposi.
      Ora la Guida è stampata a Firenze dal Niccolai ed è certo una delle migliori e più pratiche Guide che siano uscite in questi anni ad illustrare una regione bella, industriosa, invidiabile. Colgo dunque questa occasione per fare ammenda onorevole della involontaria scortesia, e per chiedere perdono ai lettori della seccatura.
      Ma se capitano in Casentino mi perdoneranno di certo.
      MONTE CORONAROMolti trattati di geografia approvati, lodati e adottati nelle scuole, fanno nascere il Tevere e l'Arno dallo stesso monte, uno di qua l'altro di là, colla fraterna armonia di due gemelli.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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