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      Si avvicinò mezzo sorridendo e mezzo imbarazzato, ed al mio invito di sedersi, rispose con un gesto negativo, risoluto e forte come la sua persona. Il collo toroso e le spalle quadrate indicavano che il sacerdote doveva avere dei terribili accessi di tentazione ed auguro alla Chiesa che il suo ministro abbia avuto la forza dell'anima uguale a quella del corpo: se no, poveri voti!
      Così in piedi, davanti alla tavola, il reverendo mi disse che era curato in montagna, che aveva saputo per caso la mia presenza all'albergo, e che aveva voluto procurarsi l'onore ecc. ecc. Aveva un vocione robusto come le spalle e certi scoppi di voce che facevano vibrare i cristalli. La salute e la vita traboccavano in lui e non l'avrei certo consigliato per confessore alle damine che soffrono di debolezze. Sicuro di sè dopo due minuti di conversazione, piantato energicamente sulle gambe muscolose e sui piedi da montanaro, gestiva largamente, franco come chi non teme ostacoli e non sa che sia la paura del ridicolo. Sarà un buon curato, non dico, ma, a prima vista, non ricordava le macerazioni dei perfetti servi di Dio.
     
     *

      * *
      Dopo i primi complimenti tirati a bruciapelo, saltò a parlare di scuole poetiche. Ne parlava ruvidamente, con idee vecchiotte, reminiscenze forse del corso di rettorica fatto in seminario, ma con una schiettezza cui sono poco usati i critici di mestiere. Ricordava il tipo del bello, la verità eterna e tante altre cose che ora non si ricordano più e, di quando in quando, puntava le mani aperte sulla tavola con certi "che ne dice lei?


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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