L'articolo VII del trattato dice: "Il Papa rinuncia egualmente a perpetuità, cede e trasferisce alla Repubblica Francese tutti i suoi diritti sui territori conosciuti sotto il nome di Legazioni di Bologna, di Ferrara e della Romagna". E l'art. XXV aggiunge: "Tutti gli articoli, clausole e condizioni del presente trattato, senza eccezioni, sono obbligatorie in perpetuo tanto per S. S. Papa Pio VI, quanto per i suoi successori".
Certo, e tutti lo sanno, altri successivi trattati, specialmente quel di Vienna, mutarono le cose e restituirono al pontefice le Legazioni e le Romagne; ma non è men vero che il Papa in un pubblico trattato, rivestito della sua ratificazione, sia pure per paura di peggio, aveva emesso piena ed esplicita rinunzia non solo, ma aveva trasferito in altri la sovranità di diritto e riconosciuto quella di fatto, obbligando ancora i successori. Egli dunque si credeva in diritto di farlo.
Lasciamo stare che Pio VII fece molto di più e rinunciò al potere temporale in Fontainebleau, ma si ricredette ben presto e, benchè infallibile, si ritrattò. Qui è da notare soltanto che, almeno per le Romagne, cent'anni sono, il pontefice emise totale e pubblica rinunzia. Nè vale il dire che gli fosse imposta colla violenza, poichè la via per la fuga era aperta e preparata e il nemico tuttora lontano da Roma.
Ora tutti ricordano le proteste pontificie per la perdita delle stesse Romagne nel 1859 e più avanti; proteste che non si limitavano alla disapprovazione o alla condanna di un atto riputato violento, ma che si basavano sopra la necessità della conservazione integrale del poter temporale.
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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