Nè valse il dirle che alle parole Sue avrebbe fatto migliore e più degna introduzione alcuno dei parecchi che nelle discipline economiche hanno nome ed autorità; chè Ella preferì un neutro, un profano, stimando che gli autorevoli, i quali hanno già un loro credo, siano sospetti o parziali. Così le cortesi insistenze e la vecchia gratitudine mi vinsero e faccio quel che Ella desidera.
Ma le confesso che non ho gran fede nella efficacia dell'opera nostra. Non è da oggi ch'io cerco in questo problema terribilmente scuro del socialismo, ed io e Lei ricordiamo il passato prossimo, nel quale, a parlarne, sentivamo sghignazzare di compassione i soddisfatti e risponderci: "Utopie! Sciocchezze!" Allora, come ora, vedevamo con raccapriccio che in questa società nostra la giustizia è una enorme bugia. Allora ed ora, tendendo l'orecchio alle trepidazioni del suolo, alla cupa e lontana romba che precorre i cataclismi, meravigliavamo che pochi e di rado pensassero che ci sono delle solfare in Sicilia, dei fondaci a Napoli, dei pellagrosi in Lombardia, ed i campi ricchi di messi e di aranci, e il mare azzurro di Chiaia ci parevano ironia della natura alle miserie umane. E più che ironia, insulto ci pareva, ed è, la ostentazione del lusso inutile, così cara agli imbecilli che l'imbecillità della fortuna arricchisce; e l'amaritudine della vana protesta ci saliva in gola al cospetto del dolore vero, beffato, schiaffeggiato da una felicità bugiarda.
Oh, dove sono ora gli schernitori che ghignavano: "utopie?
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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