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      Ma ecco, le armi fornite agli ausiliari si rivolgono contro lei. Spartaco esce dalla cella gladiatoria colla spada che Roma gli diede ed inizia le guerre servili. In nome della stessa utilità pubblica e privata, in nome della stessa libertà, della stessa giustizia che la borghesia invocò nelle sue battaglie, i diseredati, i proletari, si levano, ammaestrati ed armati da lei, per chiederle conto di un regno secolare, delle promesse non mantenute, della oppressione durata, delle lacrime piante. Già l'organismo diventa migliore e più compatto e non anderà molto che la spinta sarà irresistibile. Basterà un soffio, un cenno solo dell'esercito innumerabile che ora si disciplina, perchè di tutta questa società borghese rimanga appena la storia non bella. Le rivendicazioni giuste e gli appetiti viziosi, le aspirazioni sante e le avidità brutali vorranno esser soddisfatte. Viene il giorno del rendimento dei conti, la liquidazione sarà burrascosa, il creditore è inesorabile. Ma il debitore che fa?
      Così vuole il destino, che debbano perder la mente coloro che sono destinati alla rovina. Altro che ascoltar le grida e compassionare i lamenti! La borghesia non fa e non può far nulla per allontanare o mitigare il giorno del suo giusto giudizio. Prima gridò "utopie!", poi susurrò "silenzio" ora è in braccio ai Carabinieri. Così faceva l'aristocrazia alla vigilia della proclamazione dei diritti dell'uomo, e così vuole la natura che non si curi la salute che malati, che non si pensi alla morte che in agonia.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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