Eppure il cavalier Frà Tommaso Stigliani credeva in buona coscienza di aver fatto un ottimo madrigale religioso e nel suo canzoniere lo si trova nel sesto libro, cioè tra i soggetti morali!
La peste dei concetti, dei giuochi di parole, delle antitesi nelle quali allora si faceva consister l'arte, fu veramente crudele. Ecco alcuni esempi, tratti sempre da poesie sopra il Natale. Bartolomeo Ferini comincia così un sonetto:
Ben fu di vera luce ornata e chiaraLa notte (se chiamar notte conviensi)
Che nacque il sol che co' suoi raggi accensiL'oscuro e freddo mondo arde e rischiara.
E il Bruni:
Ecco il fattor fatturaIl creator creato, ecc.
. . . . . . Il dolce cantoDi quegli spirti alati
Ch'àn lo sferico ciel per corde e lira.
Chiama al presepio santoI pastor fortunati.
In questa canzone stessa, il Bruni qualifica così il giglio, forse perchè bianco:
Il giglio fortunato,
Alba al giorno de' fiori!
Pier Matteo Petrucci, della Congregazione dell'Oratorio di Jesi, grida nel Presepio:
Sol te, Maria, l'afflitto mondo implora:
Sol degna tu del sommo Re sei reggia.
Sol degna tu del sommo Sole aurora.
Dov'è l'affetto umile e profondo del Benivieni? È possibile passare i confini del buon giudizio in modo da accostarsi a questo madrigale del Petrucci?
Qual meraviglia che sì chiara splendaQuesta notte beata,
Se dall'alba e dal sole è illuminata!
Altre volte l'auroraFugge quando il sol nasce e si scolora;
Ma in questa che n'uscìo l'eterna prole,
Tiensi in braccio l'Aurora il suo bel Sole.
No, non si può esser più ebete di così!
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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna 1908
pagine 487 |
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